Il finanziamento degli enti confessionali fra tradizione e innovazione
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Le modalità e i meccanismi di finanziamento degli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti stanno oggi conoscendo una fase di profondo rinnovamento. La contrazione delle risorse finanziarie ricavabili dalla carità comune, per un verso, e la razionalizzazione dei flussi finanziari pubblici erogati in relazione sia alle finalità e alle attività tipicamente religiose che allo svolgimento di attività diverse, per l’altro, costringono gli stessi a rivolgersi in misura crescente al finanziamento proveniente dal settore privato e dal mercato dei beni e servizi. Ciò comporta una serie di ripercussioni pratiche sulla esistenza delle strutture ecclesiali, e impone un ripensamento globale circa le modalità della loro presenza e operatività nella società, ponendo in ultimo il quesito circa la persistente validità della forma giuridica organizzativa di diritto speciale elaborata quaranta anni orsono in sede di revisione della disciplina concordataria. Lo studio affronta questi temi analizzando in modo organico le trasformazioni di carattere operativo riguardanti sia le modalità concrete di reperimento delle risorse economiche, sia la gestione dei beni e delle attività che, nell’odierno contesto socio-economico, appaiono necessarie a garantire la solidità e la continuità finanziaria degli enti ecclesiastici, e la possibilità di raggiungere gli obiettivi che gli stessi si pongono, in coerenza con le proprie finalità.
