Gott, richte uns wieder auf (Ps 80,4)Ein Wort der Zuversicht und Hoffnung in der Corona-Krise
Signore, rialzaci! (Sal., LXXX, 4)
(Traduzione a cura di Stefano Testa Bappenheim)

Una parola di fiducia e di speranza nella crisi del coronavirus.
Noi tutti siamo fortemente colpiti dall’attuale pandemia, e viviamo una situazione d’emergenza d’una gravità inedita. Come Vescovi dell’Austria, desideriamo essere di conforto a tutti i malati ed ai loro parenti, ed assicurare loro che sono sempre presenti nelle nostre preghiere.
A tutti quelli che sono all’opera per i malati, per i bisognosi di assistenza e soprattutto per le persone bisognose di aiuto, e che per questo affrontano carichi di lavoro eccezionali, va il nostro ringraziamento di cuore. Essi svolgono un servizio inestimabile!
Egualmente va il massimo rispetto e la massima riconoscenza a tutte le persone che attualmente garantiscono la sicurezza e gli approvvigionamenti del nostro Paese ed il funzionamento dello Stato.
La Chiesa cattolica sostiene pienamente le misure statali, e vuole al riguardo contribuire affinché la crisi possa venir superata insieme il più rapidamente possibile. La nostra fede in Gesù Cristo è in queste circostanze un aiuto inestimabile, una fonte di salvezza ed un’insostituibile spinta alla solidarietà, ciò di cui adesso c’è gran bisogno.
Desideriamo, in unione ecumenica con tutti i credenti del nostro Paese, fare di tutto per proteggere le vita delle persone, al contempo però non possiamo dimenticare la loro salvezza spirituale.
Essere al servizio del prossimo ed al contempo evitare contatti personali, ora salva la vita. Questo comportamento nella situazione attuale è fenotipo di un cristiano, amor del prossimo ed amore di sé stessi correttamente inteso. La Parola di Dio e la Preghiera sono attualmente i più importanti nutrimenti spirituali di cui noi tutti abbiamo bisogno per affrontare questa situazione.
I parroci si dimostrano, anche senza la Messa comunitaria, veri e proprî snodi vitali. Tutti quelli che svolgono un servizio ecclesiastico sono ora chiamati a sfruttare al massimo la propria creatività, per essere comunque raggiungibili dalle persone pur senza contatto fisico, e per utilizzare ogni canale di comunicazione possibile.
Desideriamo pregare tutti i fedeli del Paese di vivere in questa situazione d’emergenza come chiesa domestica, e ad approfittare di queste limitazioni imposte dall’esterno alle consuete abitudini di vita come di una chance per rafforzare interiormente se stessi e gli altri. Al riguardo, il consueto e quotidiano suono delle campane ci può infondere speranza e ricordarci di pregare.
Proteggere la vita degli uomini ed al contempo occuparsi della salvezza delle anime: questo è il principale compito della Chiesa cattolica. Per questa ragione la Conferenza Episcopale austriaca, dopo essersi consultata col Governo federale, ha preso alcune decisioni concrete.
Da lunedì 16 marzo, dunque, le Messe comunitarie e le cerimonie e riunioni pubbliche sono vietate, e le celebrazioni familiari come Battesimi e Matrimoni sono rinviate; le misure di seguito illustrate servono alla protezione delle persone più anziane e particolarmente a rischio, e
rimarranno in vigore per le prossime settimane.
I Vescovi austriaci, perciò, dispongono:
- le disposizioni statali sono da rispettare rigorosamente, come pure quelle diocesane;
- le misure d’igiene, la distanza personale ed il divieto di riunioni sono decisive per arginare la pandemia. La protezione delle persone più a rischio ha quindi la massima priorità;
- chi mostrasse sintomi di malattia, o facesse parte di categorie a rischio, rimanga a casa: ciò vale anche per tutto il personale ecclesiastico.
Per quanto riguardi l’ambito più strettamente riferito al culto divino, i Vescovi decidono, fino a nuove disposizioni, che:
- tutte le Messe comunitarie e le riunioni pubbliche a carattere religioso sono vietate,
- le cerimonie religiose necessariamente legate ad un carattere pubblico-aggregativo sono annullate;
- i Vescovi hanno deciso che il Congresso austriaco dei consigli parrocchiali, previsto dal 21 al 23 maggio, non avrà luogo; inoltre la ‘Lunga notte delle Chiese’, fissata per il 5 giugno in accordo con le altre Chiese cristiane, per quest’anno è annullata;
- le chiese parrocchiali devono, nei limiti del possibile, anche in questo periodo di restrizioni alla libertà d’uscire di casa, restare aperte come luoghi di speranza; esse sono a disposizione di tutti gli uomini per la preghiera individuale e rispondono quindi ad un bisogno fondamentale spirituale per il benessere di tutta la popolazione;
- i Vescovi dispensano dall’obbligo della partecipazione alla Messa domenicale; la Celebrazione eucaristica può e deve venir celebrata dai sacerdoti per le intenzioni del mondo e della parrocchia. I fedeli devono assistere alla Messa domenicale mediante i mezzi di
comunicazione di massa, avvalendosi delle trasmissioni dell’ORF, degli altri media o dei canali social specifici della Chiesa; - i Battesimi, le Prime Comunioni, le Cresime ed i Matrimoni vengono rinviati; le Prime Comunioni e le Cresime potranno aver luogo subito dopo il normale ristabilimento delle cerimonie collettive. Tuttavia, affinché sia assicurata un’adeguata preparazione ai bambini e ai giovani che ricevono questi Sacramenti, i Parroci (se necessario in accordo con l’Ordinario) possono stabilire nuove date un po’ più in là nel tempo, dopo il ritorno alla normalità;
- i funerali possono aver luogo nel rispetto di condizioni rigorosissime, saranno celebrati rapidamente e col minimo delle persone possibile;
- in linea generale, la Comunione agli ammalati non sarà più portata a domicilio, l’unica eccezione ammessa è il Viatico;
- i Vescovi ricordano e raccomandano d’accostarsi annualmente alla Confessione, ma al contempo dispensano dall’obbligo della Confessione prima di Pasqua; chi avesse urgenti e gravissime ragioni per confessarsi, deve rivolgersi telefonicamente ad un sacerdote, col quale cercare insieme una soluzione; chi si confessa regolarmente (confessione dei peccati veniali) deve sospendere temporaneamente quest’abitudine.
I Vescovi ringraziano ancora una volta tutti quelli che combattono contro questa pandemia econtro le sue conseguenze per la vita delle persone e per il benessere generale; tutti possono contribuire a questo sforzo, dato che, nonostante la prescritta distanza fisica da mantenere, spiritualmente siamo tutti vicini. Le famiglie fanno il grosso del lavoro, in questo periodo, ciò è indubbio, ma devono al contempo evitare che la prescritta vicinanza si trasformi in conflitti e litigi.
Siamo quindi reciprocamente e vicendevolmente tutti chiamati alla misericordia, alla mitezza, al perdono, all’attenzione, alla gratitudine, come pure alla preghiera comunitaria in famiglia. Le persone che vivono da sole hanno bisogno della nostra attenzione e d’uno sguardo affettuoso.
Prendersi cura gli uni degli altri, nel rispetto della distanza fisica prescritta, è un importantissimo compito sociale, e riguarda famiglie, vicini, amici e la mano pubblica. Preghiere e fede in comunione sono, proprio nelle situazioni d’emergenza, le fonti principali da cui trarre la forza per vivere. Comportandoci così, e rafforzati grazie ad una vita religiosa, saremo sicuri di poter superare insieme l’attuale crisi.
Vienna, li 19 marzo 2020, festa di S. Giuseppe (Patrono delle Famiglie).