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Diritto e Religione nelle Società Multiculturali/ Law and Religion in Multicultural Societies/ Derecho y Religión en las Sociedades Multiculturales/ Droit et Religion dans les Sociétés Multiculturelles/ Recht und Religion in Multikulturellen Gesellschaften/ 多元化社会中的法与宗教 / القانون والدين في المجتمعات متعددة الثقافات

Nota della Penitenzieria Apostolica circa il Sacramento della Riconciliazione nell’attuale situazionedi pandemia

«Io sono con voi tutti i giorni»
(Mt 28,20)

La gravità delle attuali circostanze impone una riflessione sull’urgenza e la centralità del sacramento dellaRiconciliazione, unitamente ad alcune necessarie precisazioni, sia per i fedeli laici, sia per i ministri chiamati acelebrare il sacramento. Anche in tempo di Covid-19, il sacramento della Riconciliazione viene amministrato a norma del diritto canonico universale e secondo quanto disposto nell’Ordo Paenitentiae. La confessione individuale rappresenta il modo ordinario per la celebrazione di questo sacramento (cfr. can. 960 CIC), mentre l’assoluzione collettiva, senza la previa confessione individuale, non può essere impartita se non laddove ricorra l’imminente pericolo di morte, non bastando il tempo per ascoltare le confessioni dei singolipenitenti (cf. can. 961, § 1 CIC), oppure una grave necessità (cf. can. 961, § 1, 2° CIC), la cui considerazionespetta al Vescovo diocesano, tenuto conto dei criteri concordati con gli altri membri della Conferenza Episcopale(cf. can. 455, § 2 CIC) e ferma restando la necessità, per la valida assoluzione, del votum sacramenti da partedel singolo penitente, vale a dire il proposito di confessare a tempo debito i singoli peccati gravi, che al momentonon era possibile confessare (cf. can. 962, § 1 CIC).

Questa Penitenzieria Apostolica ritiene che, soprattutto nei luoghi maggiormente interessati dal contagiopandemico e fino a quando il fenomeno non rientrerà, ricorrano i casi di grave necessità, di cui alsummenzionato can. 961, § 2 CIC.Ogni ulteriore specificazione è demandata dal diritto ai Vescovi diocesani, tenuto sempre conto del supremobene della salvezza delle anime (cf. can. 1752 CIC).Qualora si presentasse la necessità improvvisa di impartire l’assoluzione sacramentale a più fedeli insieme, ilsacerdote è tenuto a preavvertire, entro i limiti del possibile, il Vescovo diocesano o, se non potesse, adinformarlo quanto prima (cf. Ordo Paenitentiae, n. 32).Nella presente emergenza pandemica, spetta pertanto al Vescovo diocesano indicare a sacerdoti e penitenti leprudenti attenzioni da adottare nella celebrazione individuale della riconciliazione sacramentale, quali lacelebrazione in luogo areato esterno al confessionale, l’adozione di una distanza conveniente, il ricorso amascherine protettive, ferma restando l’assoluta attenzione alla salvaguardia del sigillo sacramentale ed allanecessaria discrezione.Inoltre, spetta sempre al Vescovo diocesano determinare, nel territorio della propria circoscrizione ecclesiasticae relativamente al livello di contagio pandemico, i casi di grave necessità nei quali sia lecito impartirel’assoluzione collettiva: ad esempio all’ingresso dei reparti ospedalieri, ove si trovino ricoverati i fedeli contagiatiin pericolo di morte, adoperando nei limiti del possibile e con le opportune precauzioni i mezzi di amplificazionedella voce, perché l’assoluzione sia udita.Si valuti la necessità e l’opportunità di costituire, laddove necessario, in accordo con le autorità sanitarie, gruppidi “cappellani ospedalieri straordinari”, anche su base volontaria e nel rispetto delle norme di tutela dal contagio,per garantire la necessaria assistenza spirituale ai malati e ai morenti.Laddove i singoli fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, siricorda che la contrizione perfetta, proveniente dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, espressa da unasincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) e accompagnata dalvotum confessionis, vale a dire dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessionesacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali (cf. CCC, n. 1452).Mai come in questo tempo la Chiesa sperimenta la forza della comunione dei santi, innalza al suo SignoreCrocifisso e Risorto voti e preghiere, in particolare il Sacrificio della Santa Messa, quotidianamente celebrato,anche senza popolo, dai sacerdoti.

Come buona madre, la Chiesa implora il Signore perché l’umanità sia liberata da un tale flagello, invocandol’intercessione della Beata Vergine Maria, Madre di Misericordia e Salute degli infermi, e del suo Sposo SanGiuseppe, sotto il cui patrocinio la Chiesa da sempre cammina nel mondo.Ci ottengano Maria Santissima e San Giuseppe abbondanti grazie di riconciliazione e di salvezza, in attentoascolto della Parola del Signore, che ripete oggi all’umanità: «Fermatevi e sappiate che io sono Dio» (Sal 46,11), «Io sono con voi tutti i giorni» (Mt 28,20).

Dato in Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 19 marzo 2020, Solennità di San Giuseppe, Sposo della B.V. Maria, Patrono della Chiesa Universale

Mauro Card. Piacenza
Penitenziere Maggiore

Krzysztof Nykiel
Reggente

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