DiReSoM

by Stefano Testa Bappenheim
The proliferation and spreading of the Covid-19 epidemic has meant that even in various European states, and not only in Italy, gatherings of people have been prohibited with the issuing of specific rules, which have also included community religious celebrations. This has resulted in a certain friction in various countries with the relative constitutional provisions for the protection of religious freedom. The case of a State that intervenes on religious functions depicts a complex and needy picture of specialists, thus calling into question the comparative ecclesiastical law which again, in the current situations, fulfilled the prophecy that saw it, for “the intermediate position within the juridical disciplines” and “the undeniable historical-political assumptions”, “not as a science in the process of exhaustion, but as a bank of evidence of the most delicate dogmatic problems”

di Luigi Mariano Guzzo

Sono stati sottoscritti nel pomeriggio di ieri – 15 maggio 2020 -, a Palazzo Chigi, i Protocolli per la manifestazione del culto delle confessioni religiose diverse dalla Chiesa cattolica, anche di alcune che non hanno sottoscritto l’intesa con lo Stato italiano, ai sensi dell’art. 8 comma 3 della Costituzione italiana. Si tratta di regole che nascono dal confronto e dal dialogo condotto dal Viminale a partire dalla videoconferenza che si è tenuta il 7 maggio scorso, alla quale hanno partecipato come consulenti anche i professori Pierluigi Consorti, ordinario di Diritto e religione all’Università di Pisa, e Paolo Naso, docente di Scienza politica all’Università “La Sapienza” di Roma.