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Giacomo Gambassi giovedì 19 marzo 2020 Ad Arezzo l’arcivescovo Fontana davanti all’ospedale impartisce l’assoluzione generale. «Formula straordinaria per una situazione straordinaria d’emergenza» L'arcivescovo Fontana di fronte all'ospedale di Arezzo

L’arcivescovo Fontana di fronte all’ospedale di Arezzo

Di fronte all’ospedale di Arezzo alza il braccio e benedice. «Io vi assolvo, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». E quel “vi” si riferisce ai pazienti ricoverati nel presidio cittadino. Il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Riccardo Fontana, ricorre a una possibilità “eccezionale” prevista dalla Chiesa. Perché «è straordinaria l’attuale situazione d’emergenza sanitaria», spiega. E’ l’”assoluzione generale senza previa confessione individuale”, come la chiama il Codice di diritto canonico. Attraverso le televisioni locali le parole che l’arcivescovo pronuncia questa mattina all’ingresso del nosocomio arrivano nelle stanze dei malati. Ed è come se i pazienti entrassero uno ad uno nel confessionale. «Il Signore faccia risplendere su di voi la sua misericordia – dice Fontana prima di impartire l’assoluzione -. E mediante il nostro ministero vi liberi dal male». Poi al termine il richiamo: «Non appena ci sarà la possibilità, chiedo a ciascuno di voi di compiere la confessione individuale e di accostarsi al sacramento della Riconciliazione nella forma ordinaria».

La via imboccata da Fontana, che si è consultato a lungo prima di presentarsi davanti all’ospedale, è una delle due sole «condizioni tassative» che permettono l’assoluzione generale: se la prima è «un pericolo di morte» che non consente ai preti l’ascolto della confessione individuale, l’altra è la «grave necessità». Ed è su questa seconda ipotesi che si basa il gesto dell’arcivescovo. Il diritto canonico stabilisce che vi sia un «gran numero di penitenti»; e poi che i fedeli non «siano responsabili, con la loro trascuratezza, dell’attuale privazione dello stato di grazia o dell’impossibilità di ricevere la santa comunione» ma tutto ciò dipenda da circostanze che si protrarranno «prevedibilmente a lungo». Per Fontana, è ciò che sta avvenendo con la “crisi coronavirus”.

All’inizio del breve rito che i vertici dell’Azienda sanitaria accolgono con piacere, l’arcivescovo saluta i malati. «Cari amici che siete in difficoltà – afferma rivolgendosi a chi che lo segue in tv – vorrei venire a trovarvi e portarvi una parola di conforto da parte della Chiesa». Poi spiega il senso della sua scelta. «Dal momento che è impossibile entrare in ospedale e consapevole che occorra rispettare le restrizioni a tutela della salute collettiva che impediscono ai sacerdoti di accostarsi ai pazienti, voglio offrire a tutti la possibilità di riconciliarsi con Dio». Una pausa. «Ciascuno, nel grande santuario che è la propria coscienza, chieda perdono per i propri peccati». Poi la lettura di un brano del Vangelo proclamato dal vicario generale, monsignor Fabrizio Vantini, che accompagna l’arcivescovo. Quindi la preghiera dei fedeli in cui Fontana invoca il Signore per «i malati a causa della pandemia», per «gli operatori sanitari che si spendono con grandi sforzi», per «le autorità pubbliche chiamate a far rispettare i divieti». Limitazioni che Fontana definisce «un atto di carità, frutto della cultura cristiana» che «ci permetteranno di vincere uniti questa battaglia».

Accanto a lui transitano persone con la mascherina. Secondo il presule, siamo in «un incubo». E affida la “sua” gente prima alla protezione di san Giuseppe, nel giorno in cui la Chiesa ne fa memoria, e poi alla Vergine «che qui ad Arezzo veneriamo con il titolo di “Madonna del Conforto”», sottolinea. Infine lo sprone. «Vorrei ricordare che dopo il Venerdì Santo arriva la Pasqua che è gioia e vita nuova. Accadrà anche nel nostro Paese piegato dal contagio». Il direttore generale della Asl Toscana Sud Est, Antonio D’ Urso, accoglie il presule sulla soglia. Lo ringrazia. E fa sapere che «nell’ospedale di Arezzo si trovano soltanto malati da Covid-19, fra quelli ospitati nei reparti e quelli in terapia intensiva». Quindi avverte: «Adesso la situazione non è drammatica ma potrebbe verificarsi un peggioramento». © Riproduzione riservata

Source: https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/arezzo-vescovo-assoluzione-generale-ai-pazienti-dell-ospedale

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